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letto da solaLe tenebre, lentamente prendono il sopravvento sulla luce, oscurando il cielo. Gli animali notturni con i loro occhi lucenti escono dalle tane e uccideranno ancora.
 
Ranieri è nella sua auto, assieme a Chevalier, sono entrambi scossi da quanto accaduto.

A rompere il silenzio è la donna.

L’Uomo delle Farfalle è arrivato a Roma. Ha frantumato le ossa di quell’uomo prima di conficcargli un gancio nella nuca e appenderlo come un maiale. Non ho mai visto una cosa simile.

Ho visto raramente persone uccise con tanta ferocia.

Sulla schiena di Lumia ci sono numerose escoriazioni con terriccio e tracce di erba, come se fosse stato trascinato per lungo tempo. La sua auto è stata ritrovata a circa sette kilometri dal mattatoio, presumibilmente è stato trascinato da lì fino al luogo del delitto. Chi può aver trascinato un uomo di novanta chili per sette chilometri fino a rompergli la spina dorsale? E come? Non ci sono segni di pneumatici, di altri tipi di ruote, di zoccoli di cavallo, neanche le tracce delle scarpe dell’assassino. E poi come ha fatto a portarsi dietro tutte quelle farfalle?

Non lo so, per quello che riguarda le farfalle, ho contattato gli entomologi, entro domani avremo qualche informazione.

I fari dell’auto illuminano il cortile della casa di Chevalier, Ranieri si ferma a qualche metro dal portone.

Buonanotte dottore, mi saluti Roberta.

Certamente, buonanotte.

Hélène Chevalier è una donna sola, dopo la morte di zia Camille, non le era rimasto più nessun parente, così spesso Ranieri e sua moglie, la invitavano a cena, anche le feste di Natale le avevano passate assieme, scambiandosi i regali. Durante le ore di servizio però riuscivano a mantenere un rapporto molto formale.

Quando è sola davanti al portone di casa, Chevalier viene assalita da un senso di paura, ha un attimo di esitazione, come se il suo istinto non volesse farla rientrare a casa. Regge le chiavi del portone, immobile, guardando la serratura, un freddo alito di vento le accarezza il viso, provocando un brivido, che in un istante si propaga per tutto il corpo. La vista di Lumia macellato, il pensiero dell’Uomo delle Farfalle l’hanno turbata troppo, probabilmente, così apre il portone del palazzo, guarda per un attimo l'ascensore, l'istinto le dice di salire per le scale che percorre tutte d'un fiato fino al pianerottolo, quel brivido è tornato, le tremano le mani, apre nervosamente la porta di casa. si sente tesa, come se qualche cosa fosse li, con lei, controlla ogni stanza, aprendo le porte con falsa sicurezza, come per autonvincersi che non c'è nulla da temere.
Una volta accertato che non c’è nessuno, va in bagno, si toglie il trucco, si sveste velocemente per andare sotto la doccia. L’acqua le scivola sulla pelle levandole di dosso la stanchezza e tutto quello che ha visto si allontana sempre di più. Non ha fame, decide di indossare il pigiama e mettersi a letto. Ma il buio rievoca le paura e quella strana sensazione che non la vuole più abbandonare, le tornano ancora in mente gli eventi della giornata, il corpo di Lumia decapitato e ancora le farfalle. Avverte uno strano rumore di passi, quei passetti brevi e veloci che i bambini fanno instancabilmente per ore e ore correndo per casa. Si alza agitata e incuriosita, nello stesso tempo, accende la luce del corridoio: vede solamente il suo cappotto su una sedia.

Gli inquilini di sopra, avranno come al solito ospite quel terremoto del loro nipotino.

Torna a letto sorridendo al pensiero di quel bambino, ma il rumore di passi riprende, quel calpestio veloce, sembra essere dietro di lei. Si volta di scatto, impaurita, anche questa volta non vede nulla. Percepisce però che qualcuno è lì, con lei, guardandola nascosto nelle tenebre, guardandola dal corridoio. Ha voglia di chiedere aiuto, uscire fuori di casa, urlare, ma sa che la scambierebbero tutti per pazza e lei questo non lo vuole.

Il tempo è corso velocemente, il rumore dei passi sembra un lontano ricordo, la mente di Chevalier trova migliaia di giustificazioni per l’accaduto. Gli occhi della donna stanno per chiudersi, il sonno ormai ha preso il sopravvento su di lei.

Chevalier dorme, ma qualcosa la sveglia di colpo, è un lieve bisbiglio che desta i suoi sensi conducendola di nuovo nel terrore, è un suono gutturale, profondo.

Sembra un bambino...
mio Dio è sotto il letto!

Nel buio della stanza, annaspando con le dita, Chevalier, tenta di accendere la luce della lampada sul comodino, non funziona.

Quel bisbiglio diventa più intenso, secondo dopo secondo.

Disperata, si alza dal letto correndo freneticamente verso la parete, sbattendo la testa contro il muro, la paura è più forte del dolore. Le dita di Chevalier percorrono il muro, nella ricerca disperata dell’interruttore.

Non si accende!

Con i polpastrelli martella freneticamente il pulsante, fino a provare dolore.

Sente quel sibilo sempre più vicino. Chevalier non sa più cosa fare, è come un animale braccato alla fine della sua corsa, che attende inerme il compiersi del prprio destino. Scivola lentamente a terra con la schiena poggiata al muro, qualcosa è al suo fianco e le soffia sul collo.

Un altro hacker satanista…
Daniel elimina l’utente Angelique, spenge il computer e decide di andare a letto, ma improvvisamente viene svegliato dal forte rumore di un tuono.

Un fulmine illumina la buia stanza da letto di Chevalier, scatenando tutto il furore in un forte boato. La ragazza apre gli occhi. La pioggia battente percuote le finestre con un ritmo incessante.

Quel sussurro infantile è stato solamente un incubo?

Chevalier guarda l’orologio sul comodino, sono le quattro. Si sente, stranamente bene, deve essersi addormentata appena poggiata sul letto, si siede sul letto,i piedi nudi carezzano il freddo pavimento alla ricerca delle pantofole che sembrano essere scomparse. Tenta di accendere la lampada sul comodino, non si accende, si alza in piedi, scalza, sul pavimento. Si dirige verso l’interruttore della stanza, non funziona.

Il dubbio che non sia stato solo un incubo quello che le è sembrato di vivere qualche ora prima, fa riaffiorare in lei il terrore. Con la schiena poggiata sul muro scivola verso la porta aperta, fino a sentire il vuoto dietro le sue spalle, percorre, scalza, incurante del freddo, il breve tratto che conduce verso l’interruttore del corridoio. Le dita di Chevalier trovano subito il tasto: la luce le entra negli occhi accecandola. Dopo qualche secondo riesce ad aprirli, la stanza da letto è parzialmente illuminata, quanto basta per non urtare contro qualcosa. Prende la torcia chiusa in un cassetto nel corridoio, si avvicina alla lampada sul comodino, la lampadina era svitata, mentre le quattro lampadine del lampadario della camera da letto erano fulminate, tutte allo stesso momento a quanto pare.

Ma dove sono finite le mie pantofole?

Le cercherà inutilmente fino a quando sorgerà il sole.

Copyright @ Ivan Perciballi - Dal Romanzo Horror Dominus Mortis

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