it it en gb
lilithQuel giorno tutti erano accorsi al porto di Venezia, era arrivata una nave imponente, da un paese esotico, a bordo c’era la donna più bella del mondo a detta di tanti. Tutti erano pronti ad ammirare tale bellezza.
 
I servitori della donna erano stati i primi ad uscire, il loro aspetto era inquietante, indossavano lunghi sai neri, sui loro volti era dipinta una lacrima nera. La gente, vedendoli, era rimasta intimorita, il forte brusio si era tramutato in silenzio. Improvvisamente, quegli strani uomini, si erano inginocchiati, la donna a breve sarebbe comparsa, come per incanto.
 
Eccola! E' bellissima!
Sul capo aveva un velo nero che ne nascondeva parzialmente i lineamenti, gli occhi erano di un colore violaceo, chiari, tanto da sembrare di ghiaccio, la folta chioma bionda le cadeva lungo la schiena, nove veli neri le coprivano le nudità. A piedi nudi si muoveva come un felino tra la folla in estasi. Due dei suoi servitori la seguivano, camminando come cani sulle ginocchia, baciando la "divina terra" che calpestava.
 
Si era fermata di colpo, ancora nel cuore della folla, ognuno bramava un attimo del suo sguardo, della sua luce. Senza voltarsi, alzando le mani delicatamente all’altezza delle spalle, aveva fatto cenno ai due servitori che potevano alzarsi, per riprendere nuovamente il cammino verso l’interno della città.
 
"E' certamente la donna più bella del mondo".Scortata dei suoi dodici fedelei servitori, la donna, continuava a camminara muovendosi in modo ritmato, sembrava compiesse un rituale ancestrale, una danza. Così fino a giugere davanti al palazzo del doge che la accolse senza indugi.
 
Quella sera in suo onore era stato preparato un fastoso banchetto, al quale la regina esotica si era unita, lasciando mangiare però solo i suoi servitori. Il doge all’inizio aveva giudicato quell’atto un affronto, cosa che aveva presto dimenticato quando la regina si era alzata, in silenzio, per sedersi vicino a lui, mostrando le parti del corpo meno nascoste dai veli.
Il banchetto era andato avanti per l'intera notte, tutti nella città festeggiavano, ignari di quello che la regina aveva serbato per loro:
migliaia di ratti stavano invadendo la città, insinuandosi in ogni anfratto, in loro era celato il male, quel male che genera altro male e che rende gli uomini peggiori del demonio stesso.
 
Il terzo giorno la regina era andata via, solcando i mari, salutata da schiere di ammiratori, avevano persino fatto una grande festa in suo onore, pregandola di tornare.
 
Dopo qualche giorno si erano verificati i primi casi di peste, ignari, i medici avevano dato la colpa alle persone più deboli o a chi faceva più comodo a loro. “….alle donne più calorose”, poiché “esse erano portatrici del marciume che faceva morire la gente”, tutti cercavano di abbandonare i luoghi paludosi “anche dal marciume delle paludi, arrivava la morte”. Per combattere quel marciume insinuato in ogni luogo umido, avevano deciso di tenere sempre le case calde, facendo proliferare il vero portatore della loro morte, la pulce della peste.
 
Le tenebre erano diventate padrone assolute delle menti degli uomini, trasformandoli in demoni.
 
Famiglie intere erano state sterminate, bruciate vive all’interno delle loro case, bambini e genitori. Becchini e medici con le loro macabre maschere col naso a becco, vagavano per la città. Centinaia di cadaveri venivano bruciati. L’odore della carne putrefatta entrava da ogni pertugio restando vivo nelle menti di tutti, come monito per la loro sorte.
File di flagellanti percorrevano le strade, annunciando la fine del mondo, diffondendo così la pestilenza ovunque.
 
La Bestia era venuta dal mare, la Bestia era una donna bellissima che aveva portato morte e desolazione trasformando gli uomini in demoni.
 
Pestis Pestis Pestis

" E vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo. La bestia che io vidi era simile a una pantera, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede la sua forza, il suo trono e il suo grande potere. Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga mortale fu guarita.
Allora la terra intera, presa d'ammirazione, andò dietro alla bestia e gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla bestia, e adorarono la bestia dicendo: ""Chi è simile alla bestia e chi può combattere con essa?".
 
 
Foto: Lilith è un dipinto del 1889 dell'artista inglese John Collier. Il dipinto della figura mitica ebrea, Lilith, è conservato presso la Atkinson Art Gallery di Southport, in Inghilterra.
 
(dal romanzo Dominus Mortis)


Ivan Perciballi

Copyright ©
Graphic development Baphomet